
Renzo è un giovane che, nato e cresciuto nel limitato ambiente del suo paese, conosce la vita solo nei suoi aspetti più semplici e consueti, la fatica del lavoro e la forza degli affetti. Rimasto orfano in giovane età, è abituato a badare a se stesso e si è creato un onesto lavoro, una sicurezza per sé e per la sposa prescelta, Lucia. Di indole buona, ha tuttavia un temperamento impetuoso, incline a scatti e a ribellioni improvvise, che hanno però la durata dei temporali di maggio, che presto vengono e presto si dissipano. Si tratta di esuberanza, più che di prepotenza. Renzo non è privo di una naturale intelligenza e furbizia che lo aiutano nei momenti critici ma che forse non bastano quando si trova immerso nei problemi al di fuori del suo paesello, perso tra le mura della città. Infatti è proprio in quast'occasione che questo giovane mostra tutta la sua ingenuità verso il mondo cittadino, che era un luogo di corruzione ed inganno Durante i tumulti a Milano, il suo spirito di ribellione all'ingiustizia lo spinge a far causa comune con la folla che vuole il pane. In questo modo però avevo messo a repentaglio la sua libertà da cittadino. Proprio quando prende coscienza di ciò, nel personaggio avviene una metamorfosi del carattere di Renzo, caratterizato non più dall'ingenutià, ma dalla furbizia, dall'astuzia. Inoltre all'interno del romanzo il giovane appare incline a giudicare il prossimo con ottimismo, ma quando è sicuro di essere oggetto d'ingiustizie si ribella, mettendo in moto la sua scaltrezza. Contro il rivale, Don Rodrigo, si scaglia furiosamente, ma alla fine il suo equilibrio e la sua fede in Dio lo inducono a perdonare.